mercoledì 19 maggio 2010

Transporte Publico

I trasporti di Santo Domingo sono un esempio - uno dei più paradigmatici - di come vecchio e nuovo convivono qui in Repubblica Dominicana, dei contrasti spesso stridenti di un Paese ancora in (forse perenne?) desarollo, ma per alcuni versi giá ben cresciuto e sviluppato.

La voladoras (foto) è senza dubbio il mezzo di trasporto pubblico più diffuso in Capitale.
Il nome di questa guagua si deve alla velocità di crociera, ragion per la quale c'è qualcuno che la chiama el terror sobre ruedas, anche per le precarie condizioni del mezzo e la conseguente mancanza di sicurezza (per clienti e pedoni). 
In pratica è un pulmino, più o meno malridotto ma certo non nuovo, che segue un giro fisso, e che si ferma ogni volta che qualcuno vuole salire o scendere. Viaggia con la porta laterale aperta, e il cobrador (colui che cobre, ossia che fa pagare, il bigliettaio se volete) si sporge fuori per urlare le tappe principali del tragitto e conquistare così nuovi clienti tra i passanti. Quando ne trova uno, batte con la mano sul tetto della guagua, e il conducente si ferma. Idem quando si vuole scendere: basta urlare cobrador, dejame (lasciami) e lui avvisa allo stesso modo l'autista.

Un'alternativa è il carro publico, una vecchia auto che anche in questo caso segue una ruta fissa e si ferma quando necessario. Qui c'è ovviamente meno spazio della voladora, il che non sempre significa meno passeggeri: si viaggia 4 dietro e 2 sul sedile davanti, con il terrore che salga la ciotta o il ciotto che ti riduce in una polpetta sudata. Si paga direttamente al choffer (pronuncia "cioffér"), il quale in marcia fa un segno con la mano sinistra fuori dal finestrino a rappresentare la ruta.

Gli autobus pubblici veri e propri sono quelli dell'OMSA (Oficina Metropolitana De Servicios De Autobuses). Sono meno numerosi, fanno tragitti molto più lunghi , e spesso - grazziaddio - hanno l'aria condizionata. Sono certamente più sicuri di voladoras e carri pubblici, ma purtroppo in certe zone non passano proprio.

Dalla fine del 2008, inoltre, Santo Domingo è dotata di una linea di metropolitana.
Il Metro collega il malecon (lungomare) a Villa Mella, popoloso quartiere a nord, in un tragitto di 14,5 km con 16 fermate (10 della quali sotteranee).
Si tratta della prima delle 6 linee che fanno parte del nuovo sistema di trasporti di Santo Domingo, presentato dal Governo presieduto da Leonel Fernandez .
Treni nuovi e con aria condizionata (senza, pare rimasta solo l'Italia), stazioni pulite e sicure (almeno per ora, sembra), biglietto con card ricaricabile a quote popolari.
L'accoglienza dei dominicani è stata entusiastica, ma non sono mancate le polemiche sull'utilità di investire ingenti capitali (prestati dall'estero) in questo tipo di opere piuttosto che nella sicurezza o nell'educazione, e i dubbi di quanti ritengono che magari sarebbe stato utile prevedere un sistema di trasporti verso e dal metro onde evitare che i treni viaggino semivuoti (ad oggi, 30% della capacitá).

Chiudo questo lungo post (sorry) parlando dei taxi e dei motoconcho.
Compagnie di taxi in capitale ce ne sono a bizzeffe.
Ce ne fosse una che ti manda il taxi nei minuti che ti dice a telefono.
Va beh, lasciamo stare.
Di taxi ce ne sono nuovi e vecchi, puliti e zozzi, con e senza aria condizionata.
Quando si chiama conviene specificare che si vuole un taxi confortable y con aire. O se no un amarillo, ossia un taxi giallo, di quelli nuovi.
Per evitare sorprese, si può chiedere in questo momento alla centrale la tarifa per il percorso previsto (meglio), altrimenti si tratterá direttamente col chofer: il tassimetro qua non esiste, non c'è un cacchio da fare.
I prezzi non sono altissimi ma neanche bassi, e in genere non si va sotto i 150 pesos (3 euri). Altro discorso se si va in località turistiche. Tariffe alle stelle, si paga in dollari.
Bisogna sempre sperare, quando ci si muove di notte, che il taxi non prenda una delle tante buche - spesso voragini - e parta la gomma: se sei in una zona poco sicura ti va bene se ti lasciano in mutande.

Per risparmiare ci sono i motoconcho, ossia i taxi su moto. Spesso capita di vedere i dominicani andarci in tre. Un classico.
Il motoconcho è certo più economico del taxi, ma anche ovviamente meno sicuro, considerando lo stile di guida barbaro e prepotente degli automobilisti.
Ha poi due controindicazioni, a mia esperienza.
La prima è lo smog che tocca respirare. E qua l'attenzione all'ambiente non è certo una priorità: le macchine e i camion cacciano un fumo nero pazzesco, e non glie ne frega niente a nessuno.
La seconda è se il motoconchista non si è lavato molto bene. :-(

1 commento:

Fabio Silvis ha detto...

Da ciò che leggo in questo interessante reportage, mi perviene la sensazione di come li ci fosse molta più genuinità, più semplicità nel vivere quotidiano.
Magari sai che provano a fregarti sistematicamente, ma fa parte del gioco delle parti e la cosa si esaurisce là...
Con un minimo comun denominatore: la sopravvivenza...