venerdì 18 giugno 2010

Falsi amici

Credo sia capitato a tutti, nella vita. Praticamente impossibile evitarli, anche con tutte le dovute accortezze.
L'esperienza insegna, è vero, epperò il nemico è sempre dietro l'angolo, pronto ad ingannarti.
E allora parliamone.
Italiano e spagnolo sono lingue molto simili, hanno una radice comune, ed è quindi facile incontrare parole che si somigliano, e che hanno lo stesso significato. Questo aiuta molto nella comprensione (quando non parlano a trecento all'ora) ed ovviamente nell'apprendimento.
Il problema è che proprio per questo uno magari si rilassa, si "allarga", e rimane stupito e interdetto quando incappa in quello che comunemente si chiama "falso amico" (false friend in inglese), ovvero quei termini che in spagnolo sono uguali o simili ad altri italiani, e che invece hanno un significato completamente diverso.
Il caso secondo me più eclatante è quello di aceite, che in spagnolo significa olio (!) e non aceto, come si sarebbe naturalmente portati a pensare (l'aceto invece si chiama vinagre).
Rimanendo nel food, non vi arrischiate a chiedere in albergo a colazione dev'è il burro, perché significa asino; meglio optare per mantequilla.
Non vi dico la mia faccia quando a Cuba un cameriere mi servì un Cuba Libre e mi chiese se volevo un asorbente; mi è stato poi spiegato che trattavasi di cannuccia, e mi sono tranquillizzato.
Gli esempi sono tanti: la salida è l'uscita, la tienda è il negozio (mentre invece negocio indica l'affare, il business), il vaso è il bicchiere, largo significa lungo. E così via.
Ci sono anche casi curiosi: esposar in spagnolo vuol dire ammanettare, e probabilmente una ragione ci sarà.
Poi ci sono i termini spagnoli che magari non somigliano al corrispondente italiano, ma sono identici nel mio dialetto. Questi sono veri e propri amici: basti citare l'esparadrapo (cerotto o nastro adesivo per fermare i bendaggi) o il montòn, che è il mucchio (il che mi ricorda un urlo/richiamo comune nella mia infanzia: "u' mundon!") o ancora escampar, che si usa quando la pioggia si ferma, ossia quando scampa, per l'appunto.
Mi fermerei qui, ma non posso proprio chiudere senza citare il caso più eclatante e divertente di corrispondenza tra foggiano e spagnolo (spagnolo caraibico per quel che so, ma accetto correzioni).
A Cuba scoprii che il pene si chiama pinga, e ho riso come un cretino per almeno un'ora (mentre la giovane mi guardava con stupore ed un certo raccapriccio).
Le ragioni di questa incredibile coicidenza linguistica mi sono tutt'ora ignote.
Ogni contributo (serio e costruttivo) è il benvenuto.  :)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.youtube.com/watch?v=hpSDZQwGRM0

Lupus ha detto...

In definitiva, se dico al cameriere che il burro è andato d’aceite gli sto dicendo che hanno oliato l’asino? Mentre se al supermercato, chiedo un asorbente per signore, mi danno un cannuccione che non finisce mai? E se fo la pipì nel vaso, mi scaffieano? O se chiedo a una donna « mi vuoi esposar» lei mi ammanetta alla testiera del letto stile basic instinct ? Quando lei mi dice « caro, fa freddo…vorrei un bel montòn» la devo lasciare di corsa prima di ritrovarla in un orgia da stadio?
Ma è un casino!! Però c’è da dire che, se come qui, mi danno abitualmente del “pingone”, faccio la mia porca figura, ne…
Fabio

fantasy83 ha detto...

Ahhhh francesco questo post è bellissimo e sto morendo di risate!!
Quando sono stata a Lanzarote rimasi stupita anch'io per l'assomiglianza dei termini spagnoli con quelli italiani (...e manfredoniani). Mi ricordo che la parola "giù" si dice "abajo" e ricorda un po' il nostro termine dialettale per dire la stessa cosa.
Francesco aspetto con ansia altri falsi amici!!!

Ciao e ..buen día

Anonimo ha detto...

abbiamo parecchi termini in foggiano che si rifanno a spagnolo e francese e sono strascichi di dominazioni passate.
anche lo stesso uso frequente di "tengo" al posto di "ho", di derivazione dialettale, affonda le radici nello spagnolo tener

floriana
m.

rinnovo i complimenti al blog

Unknown ha detto...

Grande fra!

ale ha detto...

Terrific!! che non vuol dire orrendo ma esattamente l'opposto!!
hasta luego amigo!!

Francesco Abbatescianni ha detto...

grande Ric, bellissimo il cartone della nascita di pinga!

silvia valente ha detto...

Ciao Ziooooo!!!!
Ti seguo da un po', ammiro il tuo coraggio, la tua determinazione.
Appena piccolo Antonio cresce ancora un po' ti vengo a trovare.
Ti stringo forte

....lo so che questo commento non "c'azzecca" nulla con questo post....ma volevo lasciarti un sluto e ho preso il primo articolo utile!

paola ha detto...

Non ho parole: meglio non tacere per non dire nulla di sconveniente... però aggiungerei che se siete in un periodaccio non dite "I have one period...".

gianpier ha detto...

la parola spagnola "zoga" diviene in foggiano "zoca", così come "bragueta" diviene "vrachétt" per non parlare dei verbi ausiliari "tener" e "estar" adoperati nel dialetto dauno, così come in castigliano, per indicare "avere" o "essere" quale condizione temporanea e non definitiva ("st'c stanc" e "so di Fogg!")

Francesco Abbatescianni ha detto...

È vero, mi ero scordato di "zoca"!
Ben arrivato, Gianpier.
¡Por fin!

Frank ha detto...

Bel post, Frank.
Aggiorna 'sto blog. Fermo al 10 giugno. E che cacchio!